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Analisi del progetto

Come evidenziato nell’ultimo Rapporto Annuale di Federculture (2012), attualmente nel nostro paese si assiste ad una crescente richiesta da parte dei cittadini di “vivere la cultura”, quale prodotto ed effetto dei nuovi bisogni indotti dalla società dell’informazione e della conoscenza: i consumi culturali delle famiglie sono infatti aumentati del 4,06% nel 2011.

Ciò testimonia il fatto che nonostante le difficoltà finanziarie in cui molte famiglie versano, i cittadini scelgono di investire sulla fruizione di mostre ed eventi culturali, ma non sempre sono attirati da quanto le collezioni permanenti dei musei possono offrire in termini di conoscenza, apprendimento e intrattenimento.

L’esigenza di una maggiore dinamicità delle strutture museali è strettamente connessa a innovazioni significative che siano in grado di implementare il processo di valorizzazione dei patrimoni culturali, in modo da trainare lo sviluppo locale.

In questa direzione, le strutture museali potrebbero diventare sempre più:

  • punti di apprendimento per tutti i cittadini, di tutte le età, di ogni nazionalità e di qualsiasi condizione;
  • centri di elaborazione culturale dei e nei territori;
  • motore per lo sviluppo di una nuova cultura dell’inclusione sociale e della partecipazione alla vita culturale della società.

Il progetto si alimenta del rapporto costruito dai due musei nazionali con il territorio cittadino e con alcuni suoi protagonisti che ormai da tempo intrattengono con le due istituzioni un dialogo costante. Proprio a partire da questo specifico contesto, si intende realizzare una partnership forte tra i due istituti, per la sperimentazione di un polo museale integrato che enfatizzi la vocazione incarnata dalle due realtà museali: offrirsi come luoghi della conoscenza di mondi lontani e spazi del confronto tra identità e alterità.

L’analisi del contesto cittadino, cui i due musei hanno dedicato negli anni un’attenzione particolare nella prospettiva di un rilancio delle rispettive mission, lascia emergere la presenza di difficoltà nella fruizione del patrimonio presso quei pubblici che necessitano di approcci più mirati, quali:

  • i giovani (pubblico delle scuole primarie e secondarie), che sperimentano spesso la carenza di una “didattica” museale sufficientemente nuova, accattivante e stimolante, per una partecipazione attiva all’esperienza di visita al museo;
  • i migranti, ancora troppo spesso relegati al ruolo di passivi destinatari di iniziative e politiche socio-culturali, spesso basate su logiche centralistiche e imposte “dall’alto” con il rischio di privarli dell’essere soggetti attivi e produttori di significati culturali;
  • i disabili, che per via delle barriere della comunicazione (assenza di supporti/ percorsi adeguati per la fruizione dei contenuti del museo, come nel caso degli ipovedenti e dei non udenti) non riescono ad accedere ai luoghi della cultura;
  • gli adulti, che spesso reclamano forme di comunicazione innovativa e multisensoriale per fruire del patrimonio in modo più adeguato alle aspettative che la società delle comunicazione e i nuovi media già propongono.

Tenendo conto di questo contesto di riferimento, la partnership qui proposta vuole valorizzare le metodologie e pratiche già consolidate per rispondere ai bisogni di utenze variegate ed anche fragili. In questa direzione, diviene centrale la dimensione narrativa del museo, la cui principale vocazione è quella di rappresentare le culture con un’attenzione alla contemporaneità. Quest’ultima si sposa naturalmente con le realtà territoriali dei due istituti museali – si pensi al Museo d’Arte Orientale, collocato nel multiculturale quartiere Esquilino di Roma.

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